Non mi dire che anche tu?

“Io ne voglio assolutamente uno con l’acciughina”, disse lei guardando con occhi avidi e affamati il bancone pieno di stuzzichini che le facevano aumentare la salivazione ed il giro coscia solo a vederli.
Ormai per loro era una tradizione andare a recitare, senza nemmeno sforzarsi poi tanto, la parte dei due beoni sotto le travi in legno scuro e tarlato di quel bàcaro davanti al vecchio squero.
Lui la guardava, addentando famelico un pomodoro secco adagiato sopra una fettina sottilissima di ricotta affumicata. Lei, appoggiata con un gomito al banco, leggermente inclinata di lato e con le gambe incrociate origliava le conversazioni delle persone che la circondavano.
Il campionario di gente era piuttosto vasto e andava dai vecchiotti dall’incipiente alopecia ai giovani sedicenti artisti dell’accademia vicina, dalle turiste che trovavano pittoresche le bottiglie impolverate risalenti ad annate ormai lontane ai negozianti dall’accento regionale fastidiosamente spiccato in pausa pranzo.
Due, presumibilmente al loro primo appuntamento, presi dalla foga e dall’entusiasmo si parlavano sopra senza prendere fiato, le passioni di lei erano le stesse di lui e viceversa.
Ah piace anche a te? Piace un sacco anche a me. Dai, davvero ti piace? Io lo detesto, ma fingerò che piaccia anche a me così abbiamo una cosa in più in comune.
Lei smise di ascoltare quel chiacchiericcio isterico e si concentrò sul suo pinot grigio e sulla mano di lui, che nel frattempo le stava accarezzando la guancia con il dorso.
“Mi fa ridere come sei appoggiata al banco, hai il classico assetto da osteria. Dai, fai un bel rutto per completare il quadro?”
Pensò che ormai loro non dovevano più sforzarsi per trovare le cose in comune con lo scopo di piacersi. Si piacevano e basta.
Gli prese la mano e la baciò, accorgendosi che effettivamente avevano qualcosa in comune di cui non si erano mai resi conto. Un piccolissimo neo sul palmo della mano, nello stesso identico punto.

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“Oddio! Hai visto? Abbiamo un neo nello stesso identico punto. Non è assolutamente romantico? No eh? Dai, ora uniamo la mano e facciamo combaciare i nei, così magari ci teletrasportiamo in stazione, che ho male ai piedi con ‘ste scarpe”.